Le seguenti note si basano essenzialmente sulla varietà parlata nell'area urbana di Brescia. I principi generali sono validi anche per le altre varietà del bresciano benché si possano incontrare differenze locali anche notevoli.
Il bresciano ha 9 vocali e 20 consonanti.
Il bresciano ha 9 fonemi vocalici:
Vocale | Descrizione | Esempio | Italiano |
i | Vocale anteriore chiusa non arrotondata | sic /sik/ | cinque |
e | Vocale anteriore semichiusa non arrotondata | sét /set/ | sete |
ɛ | Vocale anteriore semiaperta non arrotondata | sèc /sɛk/ | secco |
a | Vocale anteriore aperta non arrotondata | sac /sak/ | sacco |
o | Vocale posteriore semichiusa arrotondata | ciót /tʃot/ | chiodo |
ɔ | Vocale posteriore semiaperta arrotondata | sòc /sɔk/ | ceppo |
ø | Vocale anteriore semichiusa arrotondata | söt /søt/ | asciutto |
y | Vocale anteriore chiusa arrotondata | mür /myr/ | muro |
u | Vocale posteriore chiusa arrotondata | mur /mur/ | gelso |
Solo tre fonemi vocalici sono permessi nelle sillaba finale quando non accentata:
Suoni vocalici diversi possono essere presenti nei prestiti.
Il suono finale nella parola caàj (cavalli) è in realtà la consonante approssimante /j/.
Nella maggior parte delle varietà del Bresciano il fonema /a/ viene reso con l'allofono [ɔ] quando questo è l'ultimo suono di una parola se la sillaba di cui fa parte non è accentata (non va confuso con il fonema /ɔ/). Per esempio:
Il sistema vocalico per le vocali non accentate è ridotto in confronto a quello delle vocali accentate.
Nella varietà urbana del bresciano per esempio [ɔ] e [o] non contrastano. Ciò significa che la parola robà (rubare) può essere pronunciata sia [roˈba] che [rɔˈba] senza che ciò venga percepito come errore. Inoltre, un'ulteriore variante [ruˈba] è possibile ma in questo caso la differenza verrebbe percepita come una variante locale e l'intelligibilità non sarebbe in alcun modo compromessa.
Inoltre, il suono [o/ɔ] quando la vocale accentata è una /i/ o una /u/, vedere la sezione armonia vocalica per una descrizione più esaustiva.
Anche i suoni [e] e [ɛ] non sono contrastivi nelle sillabe non accentate, per cui la parola vedèl (vitello) può essere pronunciata indifferentemente [veˈdɛl] oppure [vɛˈdɛl]. Anche in questo caso, [e/ɛ] viene sostituita da [i] in caso di armonizzazione vocalica. In altri contesti lo scambio fra [e/ɛ] e [i] non è tollerato nella stessa misura in cui viene tollerato lo scambio fra [o/ɔ] e [u]: un'ipotetica variante [viˈdɛl] sarebbe percepita come una pronuncia errata anche se non completamente contrastiva (non esistono coppie minime).
Anche il contrasto fra i suoni [y] e [ø] decade e [y] sostituisce [ø] in caso di armonizzazione vocalica.
In conclusione, è possibile affermare che esistono solo 5 qualità vocaliche contrastive nelle sillabe non accentate invece delle 9 per le vocali accentate: [o/ɔ,(u)], [ø,(y)], [a], [e/ɛ], [i] (ma con [i] non completamente separata da [e/ɛ]).
Alcuni esempi:
La situazione per altre varietà del Bresciano è diversa, infatti le regole del sistema delle vocali non accentate variano a seconda della zona.
In Franciacorta per esempio (provincia di Brescia) il suono [o] e [ø] vengono regolarmente sostituiti da [u] e [y] in posizione pretonica.
Siccome in posizione non accentata questi suoni vocalici non sono contrastivi, queste varianti locali non compromettono in alcuna maniera la reciproca comprensione.
Il Bresciano mostra un fenomeno di armonizzazione vocalica regressiva che coinvolge il grado di apertura dell'articolazione. Quando l'accento cade su una vocale chiusa (/i/ o /u/) la vocale che precede subisce una variazione del grado di apertura che viene portato a sua volta al più alto grado di chiusura.
La vocale /a/ non è coinvolta da questo processo ma al contrario agisce da vocale opaca bloccando il fenomeno di armonizzazione.
Questo fenomento colpisce tutte le parole indipendentemente dalla loro funzione grammaticale. Per cui possiamo trovare armonizzazione sia nei nomi che negli aggettivi che nei verbi, ecc.
Siccome il diminutivo e l'accrescitivo vengono formati aggiungendo i suffissi -ì e -ù (femminile -ìna e -ùna) rispettivamente, questo fenomeno è facilmente osservabile nei nomi:
Questo fenomeno non va confuso con la ridotta distintività delle vocali non accentate. Infatti un'ipotetica variante cortelì sarebbe percepita come inesatta.
Come detto precedentemente, la vocale /a/ agisce da vocale opaca e blocca il processo di armonizzazione:
ma le vocali che si trovano dopo la /a/ vengono comunque armonizzate:
In questi casi, varianti come funtanì, üspedalì (ma non üspidalì) o murtadilìna sarebbero tollerate (o localmente preferite) ma ciò ricade nella normale variabilità delle vocali non accentate.
Le forme coniugate dei verbi vengono allo stesso modo colpite dall'armonizzazione quando la desinenza contiene una /i/ accentata (non esistono desinenze verbali contenenti una /u/ accentata).
Anche gli aggettivi formati con il suffisso -ùs (femminile -ùza) seguono questa regola:
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